Scomparso Edward O. Wilson, naturalista, ecologo, scienziato e maestro

 

Alla fine del 2021 è mancato Edward O. Wilson, autorevoleissimo ecologo e naturalista. Nato nel 1929 in Alabama, ha insegnato per decenni all’università di Harvard. Non si possono riassumere in poche righe i contributi che quest’uomo ha lasciato, ma è evidente che in qualunque settore della biologia e dell’ecologia egli abbia lavorato, ci sia una sua traccia con la quale occorre fare i conti.

Vorrei ricordarlo, manzionando i contributi scientifici per i quali l’ecologia del paesaggio gli deve essere grata e un piccolo ricordo personale, dell’unica occasione in cui hopotuto ascoltarlo di persona.

Pur non essendo annoverabile quale ecologo del paesaggio, credo ci siano tre concetti chiave sviluppati o introdotti da Wilson, fondamentali anche per la nostra disciplina.

Il primo è quello della “teoria della biogeografia insulare“: negli anni ’60 in un articolo e poi in un libro, diventati testi classici per l’ecologia, scritti entrambi assieme all’amico Robert Mac Arthur, si fa vedere come il numero di specie di un’isola possa essere determinato dal tasso di estinzioni e da quello di immigrazioni, e che area e distanza dal continente sono buoni proxy (l’area per le estinzioni e la distanza dal continente per le immigrazioni). Tutti i modelli moderni di gestione delle aree protette e di pianificazione delle reti ecologiche derivano da quei lavori.

Poi dobbiamo parlare di biofilia, il concetto per cui alcune delle preferenze umane hanno una radice biologica e una spiegazione evolutiva, porterà a riconoscere anche il valore e l’importanza delle preferenze per alcuni tipi di paesaggi rispetto ad altri. È la cosiddetta “ipotesi savana” che ancor oggi dovrebbe indirizzare ed ispirare alcune delle scelte nella gestione del territorio.

Ma il contributo più importante per la nostra comunità di ecologi del paesaggio è forse nei lavori che divulgheranno il termine biodiversità. È proprio Wilson a specificare che cosa si intende per biodiversità e ad ispirare tutta la ricerca scientifica che della conservazione della biodiversità farà il proprio oggetto. Il paradigma delle reti ecologiche, e l’attuale dibattito sulla conservazione della natura debbono a Wilson un debito profondo.

Wilson ha svolto ina infaticabile opera di divulgazione, con trenta libri pubblicati, centinaia di articoli scientifici, sempre caratterizzato da una grande chiarezza espositivo, un assoluto rigore matematico e scientifico, e una capacità di scrittura non comuni. Le pagine con cui apre “la diversità della vita”, descrivendo il temporale in Amazzonia rimangono tra le più avvincenti descrizioni di letteratura naturalistica.

Wilson è stato un autentico maestro, direttamente e indirettamente, per generazioni di ecologi e naturalisti. Sempre con modestia ma rigore scientifico a saputo incoraggiare e indirizzare allievi e sconosciuti che gli sottoponevano le loro ricerche. Ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo una sola volta, nove anni fa a Columbus, Ohio, nel periodo in cui, con molta umiltà e onestà intellettuale testimoniava che fosse necessario rivedere alcune delle cose che da sempre aveva sostenuto in sociobiologia. Una lezione, anche di stile, che mi sarà difficile dimenticare.

Emilio Padoa-Schioppa